Svegliarsi in una Villa dei primi del Novecento, fare colazione con l’orto in tavola

A quello che potremmo definire piano rialzato, un grande lucernario ottagonale sovrasta e illumina un atrio a croce, con quattro corridoi dai pavimenti di marmo che conducono alle due stanze da letto, al Salotto Rosa – l’angolo di privacy e degli interessi della Signora Benni, la cui atmosfera è resa ancora più calda da un camino e così chiamato per via del colore delle pareti – alla Sala Verde, alla Sala da pranzo – con mobili disegnati, ancora una volta, da Silvio Gordini e un enorme camino, sovrastato da un fregio antico originale, che arriva fino agli affreschi di festoni, tutti differenti, che sembrano scendere dal soffitto ligneo – e al Giardino d’Inverno che, con una grande vetrata, si affaccia sul parco e di esso riprende il sapore grazie ai fiori di pesco dipinti che sembrano cadere dall’alto.

La colazione è un fiore all’occhiello di Villa Benni. Ogni giorno, a seconda delle richieste degli ospiti, Giancarlo Mazzini si sveglia alle 5 del mattino per mettere in tavola pane appena sfornato e per venire incontro tanto ai gusti di chi vuole cominciare col salato – e qui la fanno da padrone le uova delle galline che scorrazzano con fare quasi aristocratico intorno ad una casa dei primi del Novecento – tanto di chi sostiene il primato del dolce, che può sempre contare su ciambelle e torte fatte in casa.

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